Entrando nello studio di mio zio psichiatra, dietro la poltrona della sua scrivania, direttamente sul muro, c’è scritto con un pennarello:
"Sono nato libero e lo resto, voglio cosi si viva e anco si muoia e con la mano libera io posso senza questuare prendere il mio pane. Io vado dove mi piace andare, ascolto ciò che mi è gradito, vò proclamando ciò che penso". A. Radichtchev (1749 – 1802).
Sin da piccolo questo inno alla libertà mi ha sempre affascinato. Oggi più che mai penso che racchiuda una delle verità (a volte dimenticate) dell’essere uomo e cui l’uomo deve “necessariamente” tendere nel suo viaggio alla scoperta di sè stesso. C5
Friday 31 July 2009
Thursday 30 July 2009
after a long time .... Again
Thursday 9 July 2009
Happiness and stuff 2
Ho pensato: .........Ma cosa sarebbe la felicità ...se non fosse condivisa??
I thought: ....what would be happiness ...if not shared??
C5
Happiness and stuff
Leggendo... per caso... ho trovato questo:
E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose. Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi... La felicità non e' quella che affanosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,... non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari..., la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose.... ...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve. E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore, e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami. E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici. E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi. E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità. E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami... E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston. E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità. F. VOlo.
Roma: ieri sera al concerto di Villa ADA, proprio dietro al laghetto, Petra MAgoni ha cantato "felicita'", scritta da Lucio Dalla...ed ho pensato....alla felicità...
Se tutte le stelle del mondo
a un certo momento
venissero giu'
tutta una serie di astri
di polvere bianca scaricata dal cielo
ma il cielo senza i suoi occhi
non brillerebbe piu'
se tutta la gente del mondo
senza nessuna ragione
alzasse la testa
e volasse su
senza il loro casino
quel doloroso rumore
la terra povero cuore
non batterebbe piu'
mi manca sempre l'elastico
per tener su le mutande
cosi' che le mutande
al momento piu' bello mi vanno giu'
come un sogno finito
magari un sogno importante
un amico tradito
anch'io sono stato tradito
ma non m'importa piu'
tra il buio del cielo
le teste pelate bianche
le nostre parole si muovono stanche
non ci capiamo piu'
ma io ho voglia di parlare
di stare ad ascoltare
continuare a far l'asino
di comportarmi male
per poi non farlo piu'
ah......
felicita'...
su quale treno della notte viaggerai
lo so.....
che passerai......
ma come sempre in fretta
non ti fermi mai
si tratterebbe di nuotare
prendendola con calma
farsi trasportare
dentro a due occhi grandi
magari blu
e per dovermi liberare
attraversare un mare medioevale
guardare contro un drago strabico
ma di draghi baby....
non ce ne sono piu'
forse per questo i sogni
sono cosi pallidi e bianchi
e rimbalzano stanchi
tra le antenne lesse
delle varie t.v.
e ci ritornano in casa
portati da signori eleganti
si si che parlano
e tutti quanti che applaudono
non ne vogliamo piu'
ma se questo mondo
e' un mondo di cartone
allora per essere felici
basta un niente magari una canzone
o chi lo sa..............
se no sarebbe il caso
di provare a chiudere gli occhi
e poi anche quando hai chiuso gli occhi
chissa' cosa sara'
ah....
felicita'......
su quale treno della notte viaggerai
lo so.......
che passerai......
ma come sempre in fretta
non ti fermi mai
ah........
felicita'.....
su quale treno della notte viaggerai
lo so......
che passerai.......
ma come sempre in fretta
non ti fermi mai
ah......
felicita'.......
su quale treno della notte viaggerai
lo so........
che passerai.......
ma come sempre in fretta
non ti fermi mai
Thursday 2 July 2009
Arvo Part White Light (listening advice)
White light
I could compare my music to white light which contains all colors. Only a prism can divide the colors and make them appear; this prism could be the spirit of the listener." ...........
Con queste parole, a due anni dall'indimenticabile concerto in San Simpliciano, Arvo Part ci introduce all'ascolto del suo ultimo, straordinario disco. Alina è diviso in cinque movimenti, costituiti in realtà da diverse interpretazioni di due brani alternati secondo lo schema A-B-A-B-A: il duetto "Spiegel im Spiegel" ed il monologo "Fur Alina", quest'ultimo a formare i pilastri d'un ideale ponte a tre campate. Un edificio eretto su melodie semplificate, delle quali non colpisce tanto la fulgida poesia, quanto il silenzio che le pervade e ne giustifica la presenza; oppure, riprendendo un mirabile saggio breve di Sandro Susani (Conversazioni in ascensore su Arvo Part, Ed. Maintenant), "la raffinata suggestione, la semplice monodia, volutamente sommessa, direi quasi sottotono". Resa ancor più miracolosa da quattro interpreti eccezionali.
Arthur Cravan..........
A "prismatic" approach to musical construction in Arvo pärt's work was heralded by the writing of "Für Alina" in 1976, a piece for solo piano which announced - quietly, thoughtfully - the arrival of his "tintinnabuli style". Written originally as a gift for a young Estonian girl on her own in London, the work's modest means give little hint of the soul-searching that preceded its composition. With "Für Alina", pärt has often said since, he began to find his voice as a composer: "This was the first piece that was on a new plateau. It was here that I discovered the triad series, which I made my simple little guiding rule." Abandoned, with this new beginning, were the experiments with serialism that had marked his work of the 1960s. Composition, for pärt, had become a process of self-discovery, and his first requirement was clarity. As writer/pianist Susan Bradshaw, one of his earliest Western supporters, put it: "He seems to be trying to avoid any hint of complication for complication's sake; eschewing musical verbosity above all, he believes that anything that has no properly audible - as opposed to merely textural or cerebral - purpose has no place in his work."........
In its original form, "Für Alina" is barely two minutes in length, yet the marking in the score "Calm, exalted, listening to one's inner self" encourages a treatment that takes a more liberal approach to duration. In the presence of the composer, pianist Alexander Malter established a certain approach through variation, repeating the form, painstakingly adjusting phrasing and dynamics in the search for the truest - or most literal - realisation of "tintinnabuli" sound. The piano sound is bell-like, pellucid, almost crystalline, in the extended arcs of variation that pärt has chosen for this CD........
"Spiegel im Spiegel" has been a much played pärt piece over the years, recorded also on several occasions. It is good to have, at last, interpretations featuring the work's dedicatee, Vladimir Spivakov. Readings of "Spiegel im Spiegel" with Spivakov and Sergey Bezrodny open and close the disc. The version of "Spiegel and Spiegel" for cello and piano is played by Dietmar Schwalke with Alexander Malter and set at the centre of the album. Thus the programme itself is symmetrical; a mirror in a mirror, reflecting upon itself......
Herman Conen: "Since 'Für Alina', pärt's scores have been irradiated with the white light of the pure triad. But here, in this journey to the origins of the style, to perhaps its purest form, its meaning is illuminated in a special way. A system of mirror reflections serves to present the same thing in an ever new light and in its abundance of colours. From this perspective, 'Spiegel im Spiegel' is not merely a link in a formal series but itself functions as a musical prism, enabling the colours of 'Für Alina' to emerge and shine forth."....
...Spiegel im Spiegel composition…. the work lives up to its original Estonian title of "Peegel peeglis" (Mirror in a mirror) by utilizing such techniques as the string part being "mirrored" around the "A" note. The disc itself is "mirrored" around the middle cello/piano version of Spiegel im Spiegel.
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