Entrando nello studio di mio zio psichiatra, dietro la poltrona della sua scrivania, direttamente sul muro, c’è scritto con un pennarello:
"Sono nato libero e lo resto, voglio cosi si viva e anco si muoia e con la mano libera io posso senza questuare prendere il mio pane. Io vado dove mi piace andare, ascolto ciò che mi è gradito, vò proclamando ciò che penso". A. Radichtchev (1749 – 1802).
Sin da piccolo questo inno alla libertà mi ha sempre affascinato. Oggi più che mai penso che racchiuda una delle verità (a volte dimenticate) dell’essere uomo e cui l’uomo deve “necessariamente” tendere nel suo viaggio alla scoperta di sè stesso. C5
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